venerdì, ottobre 13, 2006

lettera a MAURIZIO COSTANZO

Hei
Tu, si proprio tu della redazione, tu che stai da questa mattina a leggere centinaia di lettere perché il tuo lavoro è proprio quello di cercare una storia che possa stupire, una storia che possa commuovere, che possa divertire o incuriosire il pubblico della seconda serata.
Ti capisco sarai stanco, non ce la fai proprio più a leggere sempre le solite storie di vite banali o inutilmente rovinate; hai ragione te l'ho già detto ma ti prego prestarmi un po' di attenzione, non cestinarmi subito, dai ancora un piccolo sforzo.

Carissimo dott. Costanzo,
come milioni di persone sono un assiduo spettatore delle sue trasmissioni. Ho visto passare sul palcoscenico del Parioli per più di dieci anni migliaia di persone con altrettante storie, che Lei magistralmente (certo non ha bisogno che glielo riconosca io) ha saputo rendere diversa ciascuna dall'altra. e, cosa più importante dai ciascuna ha carpito momenti di riflessione per ognuno di noi.

- Vorrei poterle raccontare una vita eccezionale fatta di viaggi e avventure, o una vita prestigiosa vissuta ai vertici del potere, o anche una vita tragica vissuta all'ombra della droga o di quant'altro ci possa essere di similmente orrendo. Invece le racconto la ”normale", si proprio normale, troppo normale, storia di Antonio Caterina un ragazzo di provincia manco a dirlo disoccupato ma come tanti - Lei ne sa qualcosa- con tanti sogni nel cassetto. Sono di Campobasso, una bella e tranquilla cittadina di provincia del bello e tranquillo Molise. Bella, piccola e tranquilla. Appunto troppo tranquilla e troppo di provincia per ascoltare (si solo ascoltare non chiedo nient’altro un giovane sconosciuto per giunta disoccupato soprattutto, non di famosi natali, che compone canzoni e scrive poesie. Mi sono rivolto a televisioni e giornali . L'esito lo può immaginare.
Ora le chiedo solo di poter essere uno di quei migliaia di personaggi che sono divenuti famosi o si sono resi ridicoli grazie a Lei.
Lo so, di lettere conte questa ne arrivano a migliaia, ma la prego, mi dia una possibilità, mi "ascolti" e mi faccia "ascoltare", in fondo se farò "pena", avremo fatto un momento comico, se sarò "bravino", qualcuno sarà divertito, se sarò "banale e sciatto" sarà stato un altro dei momenti banali e sciatti che la Televisione offre, agli spettatori ogni giorno. Lei dirà che ne arrivano tante di lettere come la tua perché dovremmo scegliere te e non un altro mi consenta dice il Cavaliere, di ribattere: e perché non a me?
Non mi resta confidare nelle famose doti di "talent-scouts” Sue e della Redazione e ringraziarla del tempo che mi ha concesso.

Antonio Caterina

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